| Calciogate: si allungano i  tempi per la sentenza11/7/2006
		 La vittoria dell'Italia ai Mondiali di  calcio ha moltiplicato gli appelli (soprattutto dei politic) perché i quattro  club di punta (Juve, Milan, Fiorentina e Lazio) deferiti nel processo sportivo  sullo scandalo arbitri ricevano un trattamento clemente. Per i tempi della  sentenza, attesa in un primo momento per martedì pomeriggio, non c'è  "nessuna certezza", ha detto la Federcalcio e Juventus, Milan,  Fiorentina e Lazio dovranno ancora aspettare per sapere quale sarà lo propria  sorte, almeno in primo grado. Slittano, a sorpresa, i tempi per la prima sentenza della Caf sullo scandalo di  Calciopoli.
 Prima annunciata per domenica 9 luglio, giorno della finale Mondiale; poi  attesa per martedì 11, nel pomeriggio, ora la sentenza dovrebbe giungere tra  giovedì e venerdì, sempre dopo la chiusura della Borsa, ovvero dopo le  17.30.
 Sono giorni che in Camera di Consiglio, composta dal presidente della Corte  Costituzionale Ruperto, l'avvocato Porceddu, il professore Zopellari,  gli ex magistrati Lo Piano e Marziale, si lavora sulle pene da  infliggere ai deferiti, tra club, dirigenti, arbitri.
 La Camera di Consiglio lavora 12 ore al giorno con una retribuzione  giornaliera di 48 euro: su ciascun caso è aperta una relazione che viene  costantemente aggiornata: si incrociano le accuse di Palazzi alle difese degli  avvocati.
 Le situazioni più certe sono quelle di Juve e Milan, considerate agli  estremi: la Juve ha la situazione più pesante mentre il Milan quella più  leggera, in cui può addirittura sperare concretamente nella completa  assoluzione. Inoltre mancherebbero supporti probatori per alcuni deferiti che starebbero andando incontro all'assoluzione.
 La sentenza comunque sarà letta in diretta televisiva e non ci sarà un  comuncato stampa. Il verdetto verrà distribuito assieme alle motivazioni.  Intanto l'Uefa ha fatto sapere che non saranno ammesse alle Coppe europee le  squadre che ricorreranno al Tar in caso di sentenza avversa nel processo a  Calciopoli.
 L'Uefa ha sottolineato il fatto che se sarà applicata l'amnistia l'Italia  verrà esclusa dall'Europa per un anno.
 Ad essere stati violati, secondo il Procuratore Palazzi sono  stati gli articoli 1, 2, 6 e 9 del codice sportivo.
 L'articolo 1 parla di rispetto della probità e lealtà sportiva: la sua  violazione comporta una penalizzazione in punti.
 L'articolo 2 parla della responsabilità delle persone fisiche e delle  società per le quali, in caso di attività illecita, c'è coinvolgimento fino  a prova contraria.
 L'articolo 6 parla di illecito sportivo il determinarsi del quale  comporta la retrocessione in una serie inferiore.
 L'articolo 9 comporta la responsabilità oggettiva delle società in caso  di dirigenti o collaboratori esterni protagonisti di illecito.
 Le situazioni delle quattro società deferite sono le seguenti:
 JUVENTUSArticoli violati: 2, 6 e 9 (responsabilità diretta)
 Dirigenti: Moggi (artt.2 e 6), Giraudo (artt. 2 e 6)
 Accusa: Atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato delle partite:  Lecce-Juve, Juve-Lazio, Bologna-Juve, Juve-Udinese
 Responsabilità: diretta
 Sanzione minima: Retrocessione in Serie B
 Sanzione massima: Retrocessione in Serie C2
 Sanzioni accessorie: Revoca degli scudetti 2004/2005 e 2005/2006
 
 MILAN
 Articoli violati: 2 e 6 (responsabilità oggettiva e diretta)
 Dirigenti: Galliani (art.1), Meani (artt. 1 e 6)
 Accusa: Atti diretti ad alterare il corretto svolgimento o il risultato della  partita: Milan-Chievo
 Responsabilità: oggettiva
 Sanzione minima: penalizzazione di uno o più punti in classifica. Se inefficace  la sanzione può essere applicata nella stagione che sta per partire.
 Sanzione massima: retrocessione in Serie B
 
 FIORENTINA
 Articoli violati: 2 e 6 (responsabilità diretta)
 Dirigenti: Andrea Della Valle (art. 6), Diego Della Valle (art. 6), Sandro  Mencucci (art. 6)
 Accusa: atti diretti ad alterare il corretto svolgimento o il risultato delle  partite: Bologna-Fiorentina, Chievo-Fiorentina, Lazio-Fiorentina,  Fiorentina-Atalanta, Lecce-Parma
 Responsabilità: diretta e oggettiva
 Sanzione minima: retrocessione in Serie B
 Sanzione massima: retrocessione in Serie C2
 
 LAZIO
 Articoli violati: 2, 6 e 9 (responsabilità diretta e presunta)
 Dirigenti: Claudio Lotito (art. 6)
 Accusa: atti diretti ad alterare il corretto svolgimento o il risultato delle  partite: Chievo-Lazio, Lazio-Parma, Bologna-Lazio, Lazio-Brescia
 Responsabilità: Diretta e presunta
 Sanzione minima: Retrocessione in Serie B
 Sanzione massima: retrocessione in Serie C2
 
		 AMNISTIA, LA POLITICA SI  SPACCA Con la vittoria del Mondiale ritorna d'attualità la questione dell'amnistia  sulla vicenda di "Calciopoli". Il fronte politico è spaccato e nei  confronti del ministro Clemente Mastella che aveva parlato di un "atto di  clemenza", si levano le voci a favore e contro. Il vice premier D'Alema  citando Gattuso dice: "Non può finire a tarallucci e vino" come  contrari al colpo di spugna sono anche Alleanza Nazionale e Lega
 Amnistia si o amnistia no, il dibattito è aperto all'indomani della  conquista della Coppa del Mondo da parte della nazionale azzurra.
 Il tormentone su un "atto di clemenza" auspicato dal Ministro della  Giustizia Clemente Mastella nei confronti della vicenda su  "Calciopoli" ha aperto una discussione serrata nella politica  italiana.
 Un dibattito che non fa distinzioni di fazioni e  partiti e che attraversa trasversalmente tutta la politica italiana con  nuove ed in attese alleanze in relazione al "perdono" eventualmente  da attribuire ai coinvolti nella vicenda.
 E se da una parte Mastella ha precisato di non aver mai chiesto l'amnistia,  ma di aver soltanto auspicato un diverso modo di giudicare, sono molti i  politici che si sono interessati all'argomento a partire dal vice premier  Massimo D'Alema che ha sposato la linea-Gattuso del "Non può finire a  tarallucci e vino", perchè ha dichiarato: "C'è bisogno di fare  pulizia, di stabilire torti e ragioni per restituire credibilità allo  sport". Totalmente contrari al cosiddetto "colpo di spugna"  anche Lega e An mentre il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero è  perentorio: "Una pirlata".
 Dello stesso avviso l'ex guardasigilli leghista Roberto Castelli che ha parlato di un "atto sbagliato" e Maurizio  Gasparri che ha ribadito la necessità di non apportare "Nessun colpo di  spugna". Così come si sono schierati contro l'ipotesi di perdono anche  il sottosegretario allo sport Giovanni Lolli secondo cui "è  inaccettabile il tentativo di strumentalizzare la vittoria", mentre le  voci dei "pro-amnistia" partono da quella di Piero Fassino:  "Da tifoso invoco la clemenza dei giudici".
 Inoltre, il punto di vista dei "possibilisti" si basa sul principio  che "i tifosi non devono pagare per le colpe dei dirigenti", punto di  vista che Guido Crosetto di Forza Italia sintetizza così: "La legge  colpisca i dirigenti responsabili ma lasci agli italiani la possibilità di  sognare con i loro campioni e le loro squadre".
 Nell'82 lo scandalo calcio finì con un "perdono", ma  questa volta l'impressione è che un'amnistia potrebbe rappresentare una macchia  sull'impresa ottenuta dagli azzurri in campo.
 Fonte 
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